Anche quest’anno è arrivato il primo giorno di scuola!
Per il saluto inaugurale, siamo alla Bernardino Drovetti di via Bardonecchia che, con i Servizi Educativi del Comune di Torino, ha intrapreso un ambizioso progetto di rinnovamento. L’idea è quella di far diventare la scuola un Centro Civico aperto al territorio.
Quando a inizio mandato la dirigente Maria Teresa Furci è venuta in assessorato mi ha detto: “La scuola è in grande difficoltà ma io, che l’ho presa in reggenza da quest’anno, sono determinata a risollevarla, è vero che voi volete chiuderla?“. Prendo la mappa per capire esattamente dove si trova la scuola, guardo con attenzione la struttura, l’inserimento nel tessuto urbano e comprendo immediatamente il potenziale che racchiude; chiedo informazioni agli uffici sulle effettive intenzioni passate e mi sembra assurdo che qualcuno abbia potuto pensare di chiudere una struttura simile nel cuore della circoscrizione 3 senza vederne le grandissime potenzialità.
Da quel giorno è nata una collaborazione molto intensa tra la dirigente, il corpo docente e l’assessorato. Abbiamo elaborato un progetto che mette la scuola al centro di una rigenerazione urbana e sociale immaginando questa interessante struttura architettonica come un hub educativo, un centro civico aperto al territorio con attività culturali, educative, sportive e di innovazione digitale a supporto della didattica.
All’open day, la dirigente non solo ha esplicitato il sostegno dell’assessorato ma ha presentato l’offerta formativa, una sezione musicale e un progetto didattico elaborato dai docenti che si avvale di cluster tematici, per cui gli studenti si sposano da una classe all’altra. Il Comune e di Torino aprirà un laboratorio di teatro e di cinema e animazione per scuole elementari e medie e lancerà una call per aprire uno spazio in cui sperimentare didattica innovativa.
Sono convinta che uno degli interessi primi di un ente locale sia quello di regolare – pur nel rispetto dell’autonomia scolastica – i flussi che provocano segregazione sociale e scolastica ed è un dovere per l’assessorato stare accanto alle scuole in difficoltà proprio per scongiurare desertificazioni che fanno male alla scuola, ma in realtà all’intero quartiere.
Oggi siamo alla Drovetti con il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Fabrizio Manca, l’Assessora regionale Gianna Pentenero, la consigliera delegata di Città metropolitana Barbara Azzarà e la Sindaca Chiara Appendino per inaugurare l’inizio dell’anno scolastico 2017/2018, ma anche l’avvio di questo grande progetto. Sono emozionata nel vedere le famiglie che hanno dato fiducia alle Istituzioni iscrivendo le loro figlie e i loro figli qui consentendo di formare due nuove sezioni. Una grande collaborazione e gioco di squadra tra gli attori del territorio che ha consentito alla scuola di ritornare al centro dello sviluppo del quartiere e di riavvicinare i cittadini e istituzioni pubbliche.
A conclusione della bellissima apertura con l’orchestra della scuola per salutare le bambine e i bambini ho letto la fiaba di Leo Lionni “Federico”:
cinque topini si preparano per l’inverno facendo provviste. Tra di loro c’è anche il topino Federico che apparentemente non lavora. Osserva, rimane in disparte, ascolta. Federico però non è un topino pigro, sta raccogliendo anche lui provviste per l’inverno, ma a modo suo. E durante le buie giornate che verranno avrà modo di condividere le sue scorte, di suoni, colori e calde parole, con tutti i suoi amici intristiti e provati dal freddo.
Con questa fiaba per i più piccini voglio augurare, anche alle ragazze e ai ragazzi più grandi, un anno scolastico che vi aiuti a definire i vostri desideri, a scoprire le vostre abilità e le vostre attitudini senza pregiudizi.
Lo scorso settembre – all’inaugurazione dell’anno scolastico – dissi che la scuola deve creare le condizioni affinché chi è bravo possa eccellere, ma che questo avviene solo se la scuola è in grado di far emergere le qualità di ognuno non come individuo singolo ma come elemento di un gruppo più ampio, dove la collaborazione e il riconoscimento dell’importanza dei diversi ruoli sono fondamentali perché non vinca il singolo, ma perché si vinca tutti insieme. In ogni gruppo c’è chi è timido e chi è espansivo, chi è veloce e chi riflessivo, chi è portato a comandare e chi a fare il gregario, chi è in difficoltà e chi riesce a dominare le situazioni. Chi farà il direttore e chi il poeta e solo apparentemente ci sono ruoli più importanti di altri. Il valore, quello vero, sta nel riconoscere il ruolo degli altri importante quanto il proprio. E questo vale anche in una classe.”
Buon anno a tutte e tutti!
Torino, 11 settembre 2017
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